Il governo ha una visione strategica delle politiche occupazionali?

Il governo ha una politica occupazionale di medio periodo? Non sto parlando delle politiche del lavoro, ossia di tutte quelle misure che sono finalizzate a migliorare l'interazione tra domanda e offerta di lavoro (attraverso la regolazione dei contratti di lavoro, le politiche attive, la rete dei servizi, ecc.), che - a prescindere dal giudizio di merito - sono state riformate attraverso il Jobs Act. No, faccio riferimento agli interventi necessari per determinare una crescita costante e solida dei livelli occupazionali, e in particolare per iniziare ad erodere quella che è la vera montagna dell'arretratezza del mercato del lavoro italiano, ossia un tasso di occupazione al di sotto del sessanta per cento che ci relega agli ultimi posti in Europa per tasso di attività della popolazione in età lavorativa. 
Il governo è intervenuto attraversa la leva fiscale, riducendo il prelievo contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato, e sembra intenzionato a consolidare la riduzione del cuneo fiscale: si tratta senza dubbio di un tassello importante, che si aggiunge alla riforma del mercato del lavoro. Sono però necessari ulteriori interventi: dal lato della politica industriale, investendo sui settori innovativi che consentono di avere un effetti moltiplicativo sulla crescita occupazionale, dal lato della formazione e dell'istruzione, costruendo dei meccanismi davvero efficaci di collaborazione tra scuola, università e imprese. E ancora, occorre una politica del credito che davvero renda possibile nel nostro paese - finalmente - puntare sull'auto-impiego e sulla creazione di impresa. 
Gli aspetti sopra descritti non devono però essere semplicemente oggetto di slogan, materia di convegni o di dibattiti televisivi. Né possono essere sfiorati, trattati marginalmente; né è possibile puntare su uno di essi e tralasciare gli altri. No, occorre farli viaggiare su binari paralleli e trattarli con una visione sistemica: questa è la politica occupazionale di cui il nostro paese - con i suoi ritardi e le sue lentezze ha urgentemente bisogno.

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