Eppur si muove

Eppur si muove. Lentamente, con dati talvolta contraddittori, ma tuttavia il quadro occupazionale nel nostro paese segna un trend positivo, con una diminuzione del tasso di disoccupazione, un lieve miglioramento del tasso di occupazione e la crescita del ricorso al tempo indeterminato. 
Il dibattito tra gli addetti ai lavori è acceso, e ad ogni pubblicazione di un report statistico riemerge la disputa tra i fautori del Jobs Act e i critici della riforma del mercato del lavoro voluta dal governo Renzi. Senza dubbio occorre attendere dei mesi, forse degli anni, per capire in quale misura i dati positivi siano dovuti agli sgravi contributivi e quanto all'efficacia del Jobs Act: resta il fatto di un andamento positivo seppure in un contesto di lieve crescita economica, risultato che non era scontato.
Probabilmente a questo punto sarebbe più utile, piuttosto che attardarsi in un dibattito sul Jobs Act che oramai dura da più di un anno, concentrarsi sugli aspetti che ancora necessitano di un completamento, di un impulso deciso, a iniziare dalla piena definizione dell'organizzazione delle politiche attive del lavoro e dai sistemi informativi del lavoro, fino alla piena e diffusa attuazione dei percorsi di alternanza scuola/lavoro. Piuttosto che "fossilizzarsi" ad analizzare quali percentuali di variazione del tasso di occupazione o di disoccupazione siano dovuti al Jobs Act, le parti sociali e gli addetti ai lavoratori dovrebbero stimolare il governo poiché metta innanzitutto mano, in tempi rapidi, a tutti i provvedimenti attuativi del Jobs Act, affinché tale riforma non resti - per molti dei suoi aspetti - una semplice dichiarazione di intenti.

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